Vince Angioi, il Pdl è con Cherchi
Per il ruolo di coordinatore sconfitta Ardu, sostenuta da Mario Diana
ORISTANO. Il popolo del Pdl ha scelto: sarà Angelo Angioi il coordinatore provinciale del partito. Angioi ha quasi doppiato, per numero di voti (oltre 550 contro poco più di 300) Maria Antonella Ardu. È stato uno scontro tra i candidati al ruolo di coordinatore, ma soprattutto tra i due leader locali del partito. E Oscar Cherchi esce vincitore dal confronto con Mario Diana. Che la tendenza fosse questa si era capito anche dal dibattito: Cherchi diplomatico e conciliante, Diana all'attacco. Come deve fare chi ha uno svantaggio da recuperare. Due delle tante facce del primo congresso provinciale del Pdl, che ha risentito del clima interno, ma anche dell'ormai avviata campagna elettorale. Il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Mario Diana, è stato durissimo con i centristi: «Reputo di una gravità inaudita che Udc e Fortza paris, il giorno prima del nostro congresso, abbiano ufficializzato il nome del loro candidato sindaco. Non è corretto e non è giusto e credo che il Pdl debba trarre le conseguenze. Hanno scelto il candidato senza neppure sentirci: è chiaro che ci vogliono isolare». E visto che anche con i Riformatori i rapporti non sono proprio idilliaci, la rosa dei possibili alleati per il Pdl si assottigglia sempre di più. Ma Diana rilancia: «Non abbiamo paura di misurarci con gli altri correndo da soli. Meglio perdere da soli che vincere con una coalizione che porterebbe solo problemi». Quindi l'invito al partito: «Scegliamo un candidato sindaco che non provenga da forze di centro. Perché io con le forze di centro non mi misurerò più». Le questioni del voto amministrativo non sono state neppure sfiorate dall'assessore regionale all'Agricoltura, Oscar Cherchi. Che ha invece puntato tutto sulle vicende interne, dipingendo un quadro dove il partito appare vivace, ma non in preda alle divisioni: «Qui vedo una gran voglia di costruire. Il congresso è l'espressione più alta della vita di un partito e noi i congressi sono mancati molto. Chi ci vuole male dice che siamo divisi, che addirittura siamo nemici. Ma non è così. Quando negli altri partit volano gli stracci la chiamano "normale dialettica politica". Se accade da noi, invece, sembra il match del secolo, un duello rusticano. Contano i fatti. Lasciamo che siano gli altri a parlare». Mario Diana non ha negato le divisioni, ma le ha decritte come un elemento positivo: «Non penso che si dovesse fare un congresso unitario. Il confronto è positivo. Se ci fosse stato un congresso unitario non avremmo portato mille persone a votare». Di parere diverso l'altro consigliere Pdl eletto nell'Oristanese, l'ex sindaco di Paulilatino Domenico Gallus: «Provo amarezza per la mancata unitarietà di questo congressso. Si doveva dare all'esterno l'idea di un partito unito, soprattutto in un momento in cui la gente si allontana da noi. E anche le elezioni richiedono unità. È necessario fare blocco con i partiti di centro con i quali governiamo sia in Regione che in Provincia. Invece si va alla conta. Il mio gruppo sta fuori da questa contesa e lascia libertà di scelta. Tutti a parole hanno lavorato per l'unitarietà, ma mentre si trattava qualcuno aveva già presentato la mozione a Roma. Questo per me è incomprensibile. Mi dicono che sia la politica, ma non sono i miei metodi». Il malumore c'è, quindi. Ed è rivolto anche ai vertici nazionali del partito. E anche a Berlusconi, anche se nessuno lo dice apertamente. Per Cristiano Carrus, capogruppo in consiglio provinciale «il partito perde consensi perché si è allontanato dai problemi della gente. Anche a causa della politica nazionale, che si è allontanata dai problemi dei cittadini». Mentre Mario Diana ha denunciato «la scarsa presenza del partito a livello locale: così non si va da nessuna parte».
domenica 4 marzo 2012
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